Il processo di Pianificazione Strategica
Vision, obiettivi, ambiti e politiche
Il Piano Strategico nasce come uno strumento utile a costruire una visione d’insieme del futuro di un territorio. Attraverso un processo di analisi dei problemi, delle opportunità, degli obiettivi di tutte le componenti del sistema socio - economico, si perviene alla definizione collettiva di uno scenario di sviluppo nel medio - lungo periodo: un’occasione importante per lavorare nella direzione di uno sviluppo integrato, in termini di coordinamento delle diverse iniziative di sviluppo; di collegamento tra i diversi ambiti territoriali; in termini di rafforzamento della coesione sociale e dell’identità territoriale.
Partendo da tale premessa generale, nel caso specifico della Provincia di Olbia Tempio, è opportuno riprendere alcune evidenze emerse nel corso del ciclo di concertazione in merito al ruolo del documento di pianificazione strategica.
Le politiche di sviluppo dell'Unione Europea dopo il 2006 enfatizzano il ruolo centrale delle città e delle aree urbane nelle politiche di coesione, riconoscendo in esse gli elementi fondamentali della competizione tra i sistemi economici e nella necessità di attivare logiche "policentriche" la chiave di volta dello sviluppo territoriale. Dall'altro lato, il processo di decentramento spinge sempre di più nelle mani delle Regioni il potere decisionale in merito ai finanziamenti per le politiche di sviluppo. In tale scenario, sebbene il piano strategico come strumento di programmazione concertata di lungo periodo sia nato come strumento tipico di gestione delle politiche urbane o di area vasta, è opinione diffusa che gli ambiti strategici dello sviluppo socio-economico territoriale abbiano ormai superato i tradizionali confini comunali o intercomunali, imponendo la ricerca di “ambiti ottimali” di programmazione. In tale ottica, il livello provinciale è inevitabilmente chiamato a:
- promuovere il coordinamento degli strumenti di sviluppo locale con i programmi e le operazioni di valenza regionale e nazionale;
- sostenere la formazione e l’attività di partenariati locali;
- promuovere e facilitare l’adozione a livello locale di strumenti relativamente complessi per lo sviluppo territoriale;
- facilitare e incoraggiare le aggregazioni sovra comunali per l’attuazione di iniziative di sviluppo locale.
Il ruolo che l’amministrazione provinciale va ad assumere nell’ambito del processo di pianificazione strategica in atto deve quindi tenere in forte considerazione le competenze di natura programmatoria identificate dalla normativa regionale e nazionale; ciò ai fini di individuare attraverso il Piano Strategico delle linee di intervento
- che consentano alla "regia" del Piano di porre in essere degli interventi concreti sui quali la Provincia detiene il potere decisionale;
- che conducano verso una pianificazione territoriale organica e di qualità che si basi su di un assetto integrato delle diverse realtà territoriali condiviso e concertato.
È evidente, quindi, che nel Piano Strategico Provinciale, va a sintetizzarsi una funzione di “governance” del territorio in una prospettiva di area vasta, che sia in grado di far emergere un quadro unitario d’intese, di relazioni, di occasioni di sviluppo locale e di azioni progettuali finalizzate ad una crescita armonica e sostenibile. Una funzione che s’incentra anche sulla capacità concertativa e sulla preminenza della logica di sistema rispetto ad una logica settoriale/territoriale. Una funzione per la quale non si attribuisce all’Amministrazione Provinciale il mero ruolo di camera di compensazione delle diverse esigenze territoriali, ma un ruolo di servizio che passa attraverso la definizione di scelte strategiche condivise.
L’Ente Provincia nell'ambito delle funzioni espletabili attraverso il Piano Strategico si colloca allora al centro di un crocevia composto dalla combinazione di:
- relazioni verticali, che discendono dall’insieme di interventi diretti che la Regione le ha affidato attraverso la L.R. n.9 del 2006
- relazioni orizzontali, frutto del ruolo che la Provincia svolge nei confronti di "cerniera" tra tutti gli attori agenti sul territorio.
Questo aspetto, oggetto di dibattito nell’ambito del primo Tavolo tematico “Governance territoriale”, ha fornito un’importante chiave di lettura dell’intero processo di pianificazione strategica provinciale e degli ambiti di intervento su cui agire.
Alla luce di tale impostazione è infatti possibile riaggregare in relazione al ruolo dell'Ente Provincia le questioni chiave emerse dal frameworking strategico, adottando come “bussola” di orientamento la combinazione tra le relazioni verticali e orizzontali e dunque tra ambiti di intervento diretti e ambiti di intervento indiretti. Tale processo di "clusterizzazione" porta ad individuare quindi due metodologie di intervento che, di fatto, corrispondono alle due tipologie di relazioni:
- interventi diretti, connessi cioè alle funzioni tipiche dell'Ente Provincia
- interventi indiretti, collegati quindi al ruolo di coordinamento e indirizzo delle politiche di sviluppo provinciali attuate dagli Enti Locali.
Traducendo questo approccio all'interno dello schema di costruzione della matrice strategica, è possibile far corrispondere ai cosiddetti assi strategici due dimensioni strategiche dello sviluppo tra loro integrate:
- dimensione verticale, all'interno della quale si collocano linee di intervento su cui innestare progetti integrati che la Provincia gestisce nel rispetto degli ambiti di competenza ad essa spettanti;
- dimensione orizzontale, nel contesto della quale si collocano linee di intervento connesse con il ruolo di facilitatore a servizio di tutti gli attori del territorio che si concretizza nell’instaurazione e gestione di reti finalizzati allo sviluppo integrato della Gallura.
Da tale impostazione, discende la Vision strategica provvisoria del Piano Strategico Provinciale, sintetizzabile nel seguente slogan:
Provincia di Olbia - Tempio
habitat della programmazione E DELLA PIANIFICAZIONE
Verso la governance multilivello dello sviluppo territoriale
Tale visione di sviluppo strategico individua un orizzonte di trasformazione che punta a far divenire il territorio provinciale l'ambito ottimale all'interno del quale sperimentare percorsi di progettazione e pianificazione ispirati a principi di governance multilivello. In tal senso il termine habitat viene inteso:
- in senso oggettivo, riferito al territorio provinciale come ambiente ottimale all'interno del quale varie entità possono crescere e svilupparsi;
- in senso soggettivo, riferito all'Ente Provincia quale catalizzatore ("hub") delle iniziative di pianificazione, elemento stimolatore dell'azione di crescita e miglioramento continuo e fattore accelerante dei processi di sviluppo.
L'adozione di una logica ispirata alla multilevel governance tende a sottolineare che l'approccio di definizione della vision ed il percorso di attuazione di tale orizzonte di trasformazione si baserà su processi decisionali che coinvolgeranno attori pubblici e privati posti ai diversi livelli territoriali nei confronti dei quali si punterà ad instaurare -nel rispetto della piena autonomia di ciascun soggetto- scambi negoziati e non gerarchici. L'Ente Provincia, in tal senso dovrà impostare il proprio ruolo di coordinamento nell'ottica della facilitazione dei processi di pianificazione dello sviluppo, prendendo come punto di partenza le risultanze del processo di redazione del Piano Strategico.
Dalle analisi svolte durante le fasi di definizione del Piano Strategico Provinciale sono stati individuati gli ambiti di intervento e le politiche che l’Amministrazione Provinciale intende perseguire prioritariamente. La definizione di questi elementi non deve però intendersi come statica ed immutabile, quanto piuttosto come in divenire. Lo stesso mutamento che accompagna la realtà deve infatti accompagnare l’individuazione di questi elementi che quindi diventeranno patrimonio condiviso di tutto il territorio.